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Lelio Lagorio,
L'ora di Austerlitz - 1980: la svolta che mut?l'Italia. Quando il nostro paese sal?alla ribalta internazionale e le forze armate ridestarono l'orgoglio nazionale. Prefazione di Enzo Bettiza. "Il rapporto Lagorio". Edizioni Polistampa, Firenze, 2005, pp. 416 con 38 documenti e 104 illustrazioni.

DAI COMMENTI DELLA STAMPA E DELLE PRESENTAZIONI

Forum di Torino ?Scuola di Applicazione dell�Esercito ?27 aprile 2006

Gen. Armando Novelli
E?il resoconto di un�epoca fondante che impresse una svolta alle forze armate.

Sen. Valerio Zanone
L�interesse del libro nasce da un problema politico: il superamento ?avvenuto alla fine degli Anni Settanta ? della diffidenza fra Stato e socialismo. Fu allora che, per prepararsi alla guida del Paese, il PSI costitu?al suo interno un �Governo Ombra?e Lagorio, assunta la responsabilit?degli affari militari, rilanci?il �socialismo tricolore? Due sono le cose salienti della successiva gestione di Lagorio alla Difesa: l�ammodernamento dello strumento militare e l�attivismo in politica estesa (Mediterraneo, potenza regionale, euromissili, �opzione zero?e �doppia chiave?. Il ministro socialista va anche ricordato perch?dimostr? fiducia nelle strutture militari e tenne una linea di continuit?istituzionale. Quanto al tempo presente, ci sono evidenti differenze. Le forze armate oggi hanno impegni anche pi?gravosi rispetto agli Anni Ottanta ma a differenza di allora non vengono ammodernate a sufficienza.

Gen. Oreste Bovio
Gli Anni Settanta furono disastrosi per le forze armate e l�arrivo alla Difesa di un ministro socialista fece temere lo sconvolgimento finale. E invece�Lagorio era convinto che l�Italia potesse/dovesse avere un ruolo suo forte e indipendente nella politica internazionale e da qui scatur?un nuovo slancio per le forze armate. Rimarchevole fu anche lo sforzo di legare insieme Resistenza e Difesa. Il libro ?chiaro ed equilibrato (si vedano i capitoli sulla P.2 e su Gladio) ed ? interessante per la luce che getta sui difficili rapporti che il ministro socialista ebbe non solo con la DC e col PCI, ma anche con altri ministeri (interni, finanze, esteri) rivelatisi diffidenti e gelosi.

Gen. Bonifazio Incisa di Camerana
I primi Anni Ottanta sono gli anni vulcanici in cui la Difesa passa dalla tradizionale tutela della sola frontiera orientale nelle Tre Venezie alla strategia degli euromissili, al Mediterraneo (Malta e Libano) e all�Africa. Fu anche il tempo di bilanci �discreti? ricchissimi rispetto ad oggi; e quel che di buono c�� oggi si deve a come furono impostate le cose allora. Stavano particolarmente a cuore a quel ministro alcune cose che spiegano la trasformazione che venne promossa: la valorizzazione di Garibaldi nel mondo militare ufficiale, l�ingresso delle donne nelle forze armate e la sottolineatura che le forze armate regolari furono protagoniste di primo piano nella lotta di Liberazione, bene comune dell�Italia del dopoguerra. Un ministro bravo.

Prof. Luigi Bonanate
L�importanza della presenza di Lagorio alla Difesa viene confermata da tutti gli ambienti militari ancora oggi. Questo socialista fu in effetti il primo ministro che si occup?veramente delle questioni militari. Quanto al merito di aver determinato una svolta tipo �Austerlitz? merito che il libro assegna alla gestione di quegli anni, tale giudizio ?un po?forte anche perch?va reso merito a Berlinguer che con la nuova posizione assunta nei confronti della NATO consent?il formarsi di una classe dirigente diversa anche a sinistra. Un�altra riserva si deve fare a proposito degli euromissili ai quali il libro attribuisce il risultato di aver determinato l�implosione dell�impero sovietico. In realt?tale evento si deve alla corsa agli armamenti imposta da Reagan.


Forum di Firenze ?Scuola di Guerra Aerea ?19 Maggio 2006

Prof. Umberto Gori
Nell�Italia repubblicana sono sempre prevalsi i problemi interni rispetto a quelli esteri ed ?sempre stato difficile pensare al nostro Paese come ad una media potenza. L�azione di Lagorio al governo ?riuscita a capovolgere questo stato di cose. Il primo socialista arrivato alla testa della Difesa ha avuto lucidi disegni: 1? l�Italia come potenza regionale con una forza militare efficiente e dotata delle macchine necessarie, 2? aumento quindi dei bilanci militari; 3? dare al Paese una superiore consapevolezza di s? 4? lealt?ma indipendenza nei confronti della NATO; 5? gli euromissili usati come strumento per debellare il pericoloso disegno che sottostava al riarmo atomico sovietico di quegli anni e cio?la guerra nucleare possibile perch?circoscritta alla sola Europa. Tale politica mise Lagorio in forte sintonia col presidente della Repubblica Sandro Pertini che sostenne il ministro in tutti i passaggi arrivando ad immaginare per lui una progressiva ascesa ai vertici dello Stato. Sulla rilevazione fatta nell��Ora di Austerlitz?a proposito di una bomba atomica italiana progettata negli Anni Ottanta va detto che tale ipotesi era gi?stata messa allo studio negli Anni Cinquanta fra Italia, Francia e Germania e fu De Gaulle a porre fine al progetto perch? decise di costruirsi una sua bomba nazionale per accentuare l�autonomia politico-militare della Francia. Sull�episodio di Sigonella ?giusto arguire, come fa l�Autore, che forse c�� stata una postuma rivalsa americana arrivata fino a Tangentopoli. A Sigonella non ci sarebbe stato niente di particolare da segnalare, se non fosse stato che nell�aereo dirottato c�erano dei terroristi. La circostanza comunque fu abilmente sfruttata dal governo Craxi a consumo interno. La �Austerlitz?di Lagorio fu bellissima ed ha lasciato un seme e un s�guito. C�� una morale da ricavarne: per contare qualcosa nel mondo bisogna essere una risorsa e/o un problema. Allora lo fummo, oggi forse non siamo n?l�una n?l�altro.

Gen. Giuseppe Degli Innocenti
L�avvento del ministro Lagorio alla Difesa riserv? due sorprese: una per i militari che scoprirono un ministro che si era preparato e l�altra per il ministro stesso che scopr?l�efficienza e l�onest?intellettuale del mondo militare. Quest�ultimo aveva accolto il nuovo ministro ?un socialista! ?con pregiudizi e timori perch?in genere gli ufficiali e soprattutto gli alti gradi sono prevalentemente di destra come in tutti i Paesi occidentali. Poi, ben presto, fu evidente che quel ministro ascoltava i militari, ne comprendeva i problemi, li faceva propri e li risolveva. L�Autore dell��Ora di Austerlitz?racconta quegli anni con una sobriet?che gli fa onore ma non pu?nascondere che l�ambizioso programma predisposto e attuato durante la sua gestione fu una cosa importante. In particolare va ricordata la cura del tutto nuova per gli Addetti Militari all�estero e per il corpo degli ufficiali sensibilmente valorizzati. Anche i bilanci della Difesa vennero spinti all�ins?e cos?le forze armate vennero risollevate dalle condizioni di umiliante inferiorit? nei confronti degli alleati della NATO. Forte fu anche la spinta per l�integrazione militare e lungimirante fu la scelta di dotare la Difesa di un �centro di studi strategici? Un capitolo del tutto nuovo fu il superamento della incomprensione/lontananza fra militari e Paese e fu un gran bene perch?questo era un �punto nero?che poteva generare gravi degenerazioni. Cos�� rimasto di quell�opera? Gli anni di Lagorio vanno definiti un �miracolo politico militare? simile al �miracolo economico italiano?degli Anni Cinquanta. Il ministro aveva una nitida visione dei suoi doveri e la costanza di perseguirli. Una guerra vinta. Ma l�epoca Lagorio, per quanto di durata eccezionale, non ?bastata a consolidare il lavoro avviato. Diverse cose sono tornate al lamentevole stato di ieri. Si pensi al bilancio! Ma qualcosa ?rimasto: l�orgoglio di essere militari ad esempio e poi lo stesso settennato di Ciampi, che come leit-motiv della sua presidenza ha assunto l�amore di Patria e la bandiera, ?un segno di continuit?


Scuola Carabinieri di Firenze - 4 Maggio 2006

Prof. Cosimo Ceccuti
Dal libro si evince che le vicende dei primi Anni Ottanta non sono soltanto una pagina di storia ma anche un progetto. Dallo spirito di rinascita della politica militare, allora avviato, ?disceso e rimasto il risveglio della Patria e dei suoi simboli. Indicare, come fu fatto allora, il Risorgimento come simbolo del Paese non era n?retorica n?una cosa scontata perch?il Risorgimento era ed ?ancora scomodo nel nostro Paese. Se poi ancora oggi c�� una partecipazione dell�opinione pubblica per i nostri militari si deve alla politica costruita allora. Oggi tuttavia ci sono molti �ma?e il libro ?scritto anche per segnalarli e sottolineare la loro pericolosit? Il primo �ma??costituito dai pesanti tagli al bilancio militare. Nel libro ? contenuto un messaggio: il Paese ritrovi il fervore di allora.

L'Autore ?uomo del Risorgimento. L'idea che la patria ? un elemento di forza nella vita del Paese ?l'idea che contraddistingue questo libro. Senza amare e difendere l'identit?nazionale non si va da nessuna parte. Il presidente Ciampi, che di tale sentimento ha fatto la scelta fondamentale del suo settennato, ha un aggancio illustre proprio negli anni raccontati da Lagorio. Il socialismo tricolore - insegna del ministro della Difesa di allora - non ?un'idea piccolo-borghese ma un insegnamento valido per tutto il Paese. Il libro affronta problemi ai quali il nostro pubblico e i nostri media non sono abituati, ?un libro che suscita dunque un tipo di lettura nuova e perci??un libro raro. Rifiutare un esercito-naftalina e farne invece una forza viva con quadri moderni in sintonia con l'anima migliore del Paese ?stata la grande lezione di quegli anni. Da pi?di un decennio la politica ?solo demagogia, ?un lusso che ci logora. "L'ora di Austerlitz" dimostra che in un recente passato ?stata possibile un'epoca politica non demagogica. Non ?vietato tentare di ripristinarla (Zeffiro Ciuffoletti).


Un saggio assai originale sugli Anni Ottanta, un libro di storia politica inteso a rivelare quella che l�Autore definisce �una rivoluzione silenziosa? La rivoluzione di cui ragiona Lagorio ?precisamente l�azione compiuta dal suo ministero della Difesa, con la benedizione di Sandro Pertini, per rilanciare l�efficienza delle forze armate e un sano orgoglio nazionale. Fu una svolta di notevole portata che ha giovato non poco alla reputazione del nostro Paese. Fu davvero una prova esemplare per una sinistra di governo (Antonio Ghirelli).

In piena guerra fredda il presidente della Repubblica, da sempre dichiaratamente pacifista, spiazz?tutti avallando l�installazione in Italia di testate nucleari. �Ok agli euromissili?: cos?Pertini cambi?la storia. Lelio Lagorio ?stato un eccellente ministro della Difesa e la sorte gli ha assegnato una parte di prima fila nella conclusione della Terza Guerra Mondiale con la disintegrazione dell�Unione sovietica. Lo straordinario successo avuto come ministro della Difesa rese Lagorio consapevole di un grave rischio: quello di essere chiamato alla presidenza del Consiglio. Si era sforzato di dimostrarsi indisponibile ma non riusc?ad evitare di sembrarne degno. E cos�.Tutto considerato, Lagorio non ebbe le traveggole quando gli sembr?di veder splendere il sole di Austerlitz sul suo avvento al ministero della Difesa. Solo che altri hanno goduto i frutti della vittoria (Franco Cangini)
 

In quegli anni l�Italia conquist?un ruolo di primo piano nella politica mondiale. Per questo Lagorio ha intitolato il suo ultimo libro �L�ora di Austerlitz = 1980 : la svolta che mut? l�Italia?(Vincenzo Sinati).

E?un diario fra speranza e delusioni ma c�� il ritratto di un Paese che ci consente di capire un�epoca del Novecento. Dobbiamo essere grati all�Autore perch?ha ricostruito in modo sintetico, episodio per episodio, quanto avvenne nei primi Anni Ottanta (Fabio Ranucci).

Un volume importante che ricostruisce in modo documentato e originale una fase cruciale della storia italiana. Va particolarmente segnalato un passaggio del libro, quello in cui l�Autore ricostruisce l�episodio degli euromissili, scelta �storica?per l�immagine e la posizione dell�Italia all�interno della Alleanza occidentale e nel mondo. Fu una scelta che apr?la strada al cambio di generazione e di linea politica al vertice del potere sovietico. La decisione italiana sugli euromissili diede un contributo assolutamente determinante alla svolta mondiale contribuendo alla fine del regime e dell�impero sovietico (Arrigo Levi).

In questa storia i protagonisti sono uomini del PSI. Il gran merito del ministro socialista della Difesa fu quello di cambiare la mentalit?del mondo militare e di avvicinare quest�ultimo alle forze politiche (Giuseppe Tamburrano).

Impossibile sottovalutare l�importanza storica della �svolta?raccontata in questo libro. Niente, dopo Lagorio, ?pi?rimasto lo stesso per la Difesa in Italia. Ma nella scelta del nome dato al libro (�Austerlitz? c�� insita la tristezza. Napoleone infatti indic? Austerlitz ai suoi soldati prima della battaglia della Moscova: vinse ma fu l�ultima sua vittoria (Stefano Silvestri).

Libro autobiografico ma utile per la storia. L�Autore ha ragione quando definisce gli Anni Ottanta come anni di una svolta riformista. Fu cos? la svolta fu pensata e tradotta in pratica con una grande mole di interventi elevati. All�allora ministro della Difesa si deve soprattutto la rivalutazione del mondo militare come necessario protagonista di un Paese moderno, ma gli si deve anche una rilevante opera culturale, quella di essere riuscito a unificare tre categorie che dopo la guerra erano rimaste separate: Patria, forze armate, Mediterraneo. Non tutti allora capirono le novit?ma la storia ha dato ragione a uomini come Lagorio: ricerca di efficienza e umanit?nelle forze armate che sono utili se sono preparate, ruolo indipendente dell�Italia, pari dignit?fra alleati. Lagorio non ha perci?ragione di essere pessimista: il buon seme, gettato allora, ? germogliato (Vannino Chiti).

Il ministro socialista alla Difesa fu un momento importante del cambiamento guidato da Pertini. Sono gli anni cruciali dei nuovi equilibri di governo e dei pi? equilibrati rapporti fra DC e alleati, ma sono anche gli anni della rivalutazione della politica militare e della scoperta fatta, ad opera dell�Italia, che c�era una vulnerabilit?a sud della Alleanza atlantica. Il presidente Ciampi ha il grande merito del rilancio dell�idea di Patria ma ?giusto dire che prima c�era stata la preparazione che il libro di Lagorio oggi racconta (Antonio Maccanico).

La presenza di Lagorio alla testa della Difesa segn?la riconciliazione del pensiero della sinistra con i temi delle forze armate. La scissione era antichissima, risaliva al tempo della frattura fra Cavour e Garibaldi. Si pu?dire che con la prova del primo ministro socialista alla Difesa la sinistra ?divenuta una compiuta forza di governo (Bartolo Ciccardini).

E?un trattato di cose militari ma non solo. L�Autore ? un protagonista dell�antefatto che ha portato all�implosione dell�impero sovietico. Il paradosso ha voluto che tale evento storico fosse preparato da un socialista. L�Autore racconta una rivoluzione silenziosa. A lui si deve se le forze armate, ancora ferite dalla catastrofe della guerra, uscirono dalla riserva indiana in cui erano confinate (Enzo Bettiza).

Gli Anni Ottanta non furono Austerlitz. Accanto a cose positive ci furono episodi che lasciano tuttora molte preoccupazioni (P.2, servizi segreti, commercio delle armi). A Lagorio va detto che dette troppo credito alla forze armate, ma il libro ?un atto di coraggio perch? parla, per la prima volta, di cose per cinquanta anni coperte da segreto: ad esempio, le armi atomiche italiane. Si deve concordare con l�Autore che per una adeguata difesa delle forze armate occorre una cultura adeguata dello Stato e che oggi ci sono ragioni di pessimismo (Falco Accame).

Con �L�Ora di Austerlitz?Lagorio ha completato un trittico ?dopo �L�ultima sfida. Gli euromissili?e �L�Esplosione??col quale si ?proposto di riflettere sulle fasi pi?drammatiche ed esposte della sua attivit? politica. Lagorio svolge cos?un suo coerente discorso con un severo gusto della verit?e senza compiacimenti autobiografici. Lagorio ci tiene molto ad evidenziare il senso della dignit?nazionale che ha distinto la sua azione al ministero della Difesa. La controversia sugli euromissili viene ricondotta ad una lettura molto realistica. L�Autore dice che gli euromissili hanno avviato un doppio processo: una pi?forte autonomia dell�Europa occidentale e un inizio di affrancamento di quella orientale dal dominio sovietico. Interpretazione troppo provvidenzialistica ed ex-post? Il dibattito rimane apertissimo. Resta il fatto che questo volume ? un titolo ineludibile per chi vorr?scrivere la storia, considerandone tutti gli attori con animo scevro da animosit?e pregiudizi (Roberto Barzanti).

Il libro racconta la svolta che si ebbe nei primi anni 80 e l�Italia riscopr?l�orgoglio nazionale. Di allora ? rimasta l�anima militare, componente di primo piano della vita italiana (Sandro Addario).

Lagorio ci fa rivivere un�Italia che riusc?a stupire il mondo (Roberta Capanni).


Forse la tesi di fondo secondo cui la svolta del 1980 cambi?l�Italia pu?apparire ridondante�ma da queste memorie di un ministro della Prima Repubblica emerge che effettivamente in quegli anni cominci?a circolare un altro spirito nel Paese. Quale? Per capirlo pu?aiutarci la copertina del volume di Lagorio che riproduce un dipinto futurista di Giacomo Balla �Bandiere all�altare della Patria? (Enrico Nistri)

Lagorio riusc?a condurre in porto una virtuosa rivoluzione alla Difesa. L�Autore stende sulla carta molti singolari aneddoti e �perle?di vita parlamentare. Un libro che sembra un romanzo ma il lettore alla fine scopre di essere stato introdotto nella a volte pericolosa �stanza dei bottoni?dei Palazzi Capitolini (Fausto Pettinelli).

Del racconto degli Anni Ottanta va sottolineata ?oltre ai consistenti aspetti politici e militari - l�attenzione allora posta con una vigorosa azione riformista al patrimonio culturale delle forze armate. Sono i capitoli sulla fortezza di Gaeta e sulla campagna detta �Caserme aperte?che maggiormente evidenziano questa particolare sensibilit? Purtroppo ?rimasto solo il tempo del ricordo. Non c�� che da augurarsi che quel tempo generi il futuro (Laura Lodigiani).

Un volume non solo di memorie personali ma un segno importante nella rilettura della storia d�Italia (Eugenio Giani).

Si sente l�appartenenza dell�Autore ad una famiglia di militari. Il pregio dell�opera sta nel ricordo del non facile avvio di una politica innovatrice dopo gli anni di grigio oblio del lungo dopoguerra (Francesco Bosi).

Il primo ministro socialista che al mondo militare di allora pareva �strano??stato un ministro con gli attributi. Ottima la vena ritrattista nel disegnare alcuni personaggi di quegli anni (gen. Fabio Mini).

Il riformismo socialista ?di cui Lagorio era uno dei protagonisti ?si inser?nel polarismo DC/PCI e fu favorito da una serie di presidenti del Consiglio comprensivi e soprattutto dal Capo dello Stato Pertini. Con l�Autore resta qualche dissenso a proposito di P.2, infiltrazioni comuniste nelle forze armate, �doppia lealt� dei servizi segreti (Sandro Rogari).

Nei primi Anni Ottanta il Paese fece un salto di qualit? e non fu soltanto una naturale evoluzione. La nuova gestione del ministero della Difesa fu determinante (gen. Vincenzo Camporini).

I militari non si aspettavano un simile ministro ma parteciparono alle aperture di Lagorio verso la modernizzazione. Pi?impreparato fu invece il mondo politico. La gestione Lagorio dovette affrontare molti guai (terremoto dell�Irpinia, spedizioni all�estero, disputa con gli americani per il possesso delle chiavi di lancio degli euromissili, terrorismo, loggia massonica P.2, struttura segreta Gladio) e il libro ora li elenca puntualmente e li tratta con estremo giudizio. Il capitolo su Gladio ?il migliore articolo mai scritto sulla scottante questione. Resta soprattutto un fatto decisivo per la nostra politica militare: allora prese avvio la politica di difesa �a braccio lungo?(Stefano Silvestri).

Venne impressa una vera svolta al mondo militare. Cominci?allora l�era delle missioni italiane fuori area. Fu possibile coniugare il rispetto per la tradizione militare e la militanza socialista (Domenico Contestabile).

Il presidente Craxi fu un grande innovatore ma va detto che alcune sue scelte coraggiose furono possibili perch? in precedenza era stata preparata una politica di indipendenza e autonomia che non metteva in discussione il radicamento italiano nell�Occidente. Come diplomatico e consigliere del premier Craxi per la politica estera sono testimone dei frutti lasciati nel tempo dalla forte politica dei primi Anni Ottanta (Antonio Badini).

Un�altra epoca e un altro senso dello Stato. Una politica della Difesa avviata e gestita in un modo nuovo, addirittura poco familiare per il mondo militare (Luigi Ramponi).


Il "Granduca di Toscana" dal marzo 1980 all'estate 1983 si ?misurato con l'impegnativa sfida di far uscire le nostre forze armate dalla riserva indiana in cui erano relegate dalla fine della guerra e, pi?in generale, di promuovere una riscoperta dell'identit?e dell'orgoglio nazionale in un Paese troppo a lungo dominato da forze assai poco sensibili a questi valori. In quegli anni effettivamente l'Italia ha riacquistato una sua voce nel contesto mondiale. Da un uomo come Lagorio, profondo conoscitore di vita e retroscena dello Stato, ci saremmo per?aspettati qualcosa di pi?su il "caso Ustica" (Fabrizio Federici).

L'opera ?un interessantissimo resoconto di una svolta epocale nella "grand strategy" nazionale, nella politica di sicurezza e nell'organizzazione militare. Il taglio autobiografico rende la lettura piacevole e avvincente, presentando argomenti anche complessi e difficili con una scioltezza narrativa che appassioner?anche chi con la geopolitica e le cose militari non ha familiarit? Per chi, invece, ha scelto la professione delle armi, questo libro potr? essere di grande aiuto per comprendere meglio il punto di vista dei politici e le loro interazioni con i vertici militari. La narrazione si sviluppa in un arco temporale che sottende alcuni degli eventi di maggiore interesse della recente storia militare italiana (nuova cornice strategica, euromissili e fianco sud, Libano, Mar Rosso, Malta e Somalia, guerra surrogata, attentato al Papa, affare "Gladio"). L'Autore descrive le relazioni internazionali dell'epoca e i retroscena politico-militari, le iniziali condizioni militari di grande disagio, le moltissime azioni intraprese per cambiare le cose. Quel periodo ?ancora oggi ricordato come un periodo di grandi miglioramenti. Il giudizio finale che sulle forze armate emerge dall'opera ?davvero lusinghiero�un giudizio positivo che le forze armate si guadagnarono sul campo e ricambiarono con stima e gratitudine nei confronti di un Ministro che, con capacit?e coraggio, si rese protagonista di una sorta di "prima rivoluzione" negli affari militari italiani (M.C, "Rivista Militare", periodico dello S.M.Esercito).

Una importante ricostruzione storica. Libro autobiografico ma utile per gli storici. Dopo gli anni di oblio, infatti, con Lagorio ministro la politica militare venne affrontata in maniera completa e, in maniera attrettanto corretta, venne gestito il rapporto della Difesa con gli altri dicasteri (Esteri, Tesoro, Industria). Tutto ci?senza stravolgimenti e rivoluzioni ma adeguando - con costanza, metodo e lungimiranza - strutture, strumenti, personale e finanziamenti. Un esempio concreto di "vera politica" (Gen. C. Cirneco)

Volume veramente interessante. Emerge nel panorama delle pubblicazioni di settore per la ricchezza della documentazione fornita, tutta espressione di documenti originali, assolutamente inediti e destinati a divenire tasselli fondamentali per comprendere le dinamiche del complesso periodo storico trattato
(Magg. CC. Pietro Oresta, Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze).


Cos'?l'Italia? La domanda pu?apparire banale ma non lo ? In fondo, oggi pi?che mai, ognuno sembra avere in proposito un'idea propria. Lagorio non ha dubbi. Sa cosa ?e sa altrettanto bene cosa non ? Diritti, doveri, destino si intrecciano in un orizzonte tracciato da un irrinunciabile punto fermo: l'inscindibilit?della politica estera e della politica militare....Non so se il sole di Austerlitz torner?a splendere sul destino delle forze armate...so per?che quando l'on.Lelio Lagorio afferma che ci??possibile spero intimamente che non sia soltanto il doveroso auspicio di un uomo di Stato.Dice che, se si vuole, si pu?fare semplicemente perch??gi?stato fatto in passato.
(Gioia Marotta, Quaderni della Rivista Aeronautica).

In Italia non esiste la tradizione del memoriale. Anche per questo motivo "L Ora di Austerlitz" e opera meritoria. Lagorio non solo rievoca il periodo da lui trascorso al dicastero della Difesa ma lo fa con la piena coscienza di cio che quel periodo ha significato per le forze armate e per la Nazione nel contesto internazionale. E si rivela un vero uomo di Stato. Stile, molto gradevole, alla portata di tutti. Non un libro per soli addetti a lavori, non puo mancare nella biblioteca di chi appassionato o studioso desidera sapere cosa e successo alla Difesa nei primi Anni Ottanta (Gen. Giovanni Bernardi, Pagine di Difesa)
 


Un libro molto interessante ma ?necessaria qualche riserva. Ad esempio l�obiettivo �manager?che l�Autore assegna agli ufficiali. C�� in questo un retrogusto mercantilistico che sembra legato all�invenzione di Craxi secondo cui lo Stato era solo �l�azienda Italia? Merita apprezzamento invece il fine ultimo del libro: non vanta una vittoria del passato ma indica un obiettivo di vittoria ancora possibile purch?lo Stato tenga vigile e preparato il Paese con una cultura delle idee e dei valori alti (Giordana Canti).

Un libro di memorie e di ricostruzione storica. E?un racconto degli avvenimenti della repubblica italiana durante la lotta contro il terrorismo, la sfida Est-Ovest con gli euromissili, la prima spedizione militare italiana all�estero dopo la seconda guerra mondiale (Mar Rosso e Libano). Al centro del saggio il ruolo della nuova classe militare del Paese (FMA/AAD, pres. Lord Henry Plumb, Bruxelles)

Gli Anni Ottanta sono stati gli anni della rivoluzione delle forze armate italiane, della loro funzione ed efficienza. Attraverso di esse l�Italia ha potuto potenziare la propria politica estera e raggiungere quel prestigio internazionale che le ha permesso di sedere al tavolo dei Grandi�L�Autore si conferma non solo pregevolissimo saggista ma scrittore di vena arguta e attenta al particolare (Toscana Qui, Laura Lodigiani).

L�Italia che esce fuori da quest�ultimo libro di Lagorio ?un�Italia che negli Anni Ottanta ampli?il suo respiro politico e ritrov?la sua funzione storica (sulla terra e sul mare) spostando il baricentro della politica estera ma soprattutto della difesa dal Nord-Est all�area mediterranea con l�accentuazione della importanza strategica del �fronte sud?prima ignorato dai piani difensivi dell�Occidente. Questo pot?accadere proprio grazie all�abbinamento tra mondo militare e un vulcanico ministro che svolse in quegli anni un lavoro abbastanza eccezionale. Dove si dimostra che gli italiani se li si fa lavorare sono pi?bravi di quanto si dice (Rivista Marittima, Giordana Canti).

Nel libro si evidenzia un importante aspetto, cio?il ruolo politico della presidenza delle repubblica italiana, tutt�altro che ininfluente. Lagorio racconta come sia stato proprio Sandro Pertini, considerato un antimilitarista e pacifista, che con ferma determinazione ha permesso di garantire la difesa dell�Europa dall�aggressivit?sovietica (La Padania).

Il libro ?una importante testimonianza del passato ma ? anche una vigorosa indicazione per il futuro. Abbiamo davanti il programma fondamentale del politico Lagorio�La cultura non ?arida erudizione libresca ma humus vivente degli italiani: patriottismo, eroismo, senso civico, senso di responsabilit? partecipazione, capacit?di dialogo (Nuovo Risorgimento)

�L�Ora di Austerlitz??una miniera di informazioni e rivelazioni su eventi, problemi e personaggi della svolta politica degli Anni Ottanta. Il libro racconta come matur?il cambio di marcia del Paese, chi ne fu l�artefice e quali resistenze dovette superare. Viene anche trattato il declino di quella politica di rinnovamento e ne vengono analizzate le cause (Rassegna Volterrana).

Nella sua interessantissima opera, Lagorio fra i tanti episodi ha voluto fare un�inedita quanto sorprendente rivelazione. Essa riguarda il veto posto dagli alti comandi militari alla nomina del senatore Antonio Landolfi che era stato designato dalla direzione del partito socialista come ministro della Difesa. Il veto era motivato dalla amicizia del senatore Landolfi con l�onorevole Giacomo Mancini. Un veto inaccettabile in un regime di democrazia parlamentare. Un episodio che illumina sul clima politico e sulle autentiche deviazioni della legalit?repubblicana in tempi oscuri per la vita politica e costituzionale del Paese (Man, agenzia Fuoritutto, Roma, 1�dicembre 2005)
 

1980 : NESSUN VETO DEI MILITARI
LETTERA DI LAGORIO AL SENATORE LANDOLFI
Firenze, 19 dicembre 2005. Caro Landolfi, ho visto il n?5 di �Fuoritutto?con il commento di Man ad una pagina del mio ultimo libro. In proposito lasciami dire due cose. Innanzi tutto posso assicurarti che nella primavera 1980 i capi militari con i quali ebbi modo di parlare dei nuovi assetti di governo non mi espressero alcun veto alla tua candidatura. Il tuo nome non fu neppure pronunciato. E quanto alla designazione dei ministri socialisti, a me non risulta che nel 1980 la direzione del PSI se ne sia interessata. Ho invece letto da qualche parte che nell�autunno 1980 ?forse al momento della caduta del 2?governo Cossiga e dell�avvento di Forlani ?ci fu un passo di Giacomo Mancini su Craxi. Nel PSI Giacomo era allora all�opposizione e qualcuno sostiene che cerc?allora un terreno di intesa col segretario proponendo, fra l�altro, il tuo nome come ministro. La cosa non ebbe seguito ma cadde per ragioni interne del PSI, non per ostilit?del mondo militare.
Lelio Lagorio.

L�Italia voleva un�atomica tutta sua e Lagorio svela un intrigo degli anni 80. La bomba progettata a Pisa quando imperversava la P.2. Accame: via il segreto (Checchino Antonini).

Correva l�anno 80 quando l�Italia pens?alla atomica. Si progett?allora di costruire l�atomica a Pisa. Era un�idea accarezzata per 15 anni. Lagorio dice: �Era un buon progetto, ma lasciammo perdere? Per Accame invece era un bluff, serviva solo a far bella figura con gli altri Paesi (Roberto Cestari).

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
Senato. Atto n?4-09803, pubblicato il 6 dicembre 2005.
Il senatore Luigi Malabarba (gruppo parlamentare Misto-Rifondazione Comunista), con riferimento al libro �L�ora di Austerlitz?(pag.143), l?dove si riferisce che agli inizi degli Anni Ottanta fu progettata la costruzione di una bomba nucleare italiana, interroga il Presidente del Consiglio dei Ministri per sapere se il programma nucleare era coperto da segreto e cosa risulti in proposito all�Ufficio Centrale di Sicurezza e quale durata fosse stata attribuita alla segretezza, se tale segretezza sia ancora in vigore, se la documentazione relativa al programma nucleare sia disponibile, se il CAMEN di Pisa fosse stato istituito per costruire la bomba atomica, se siano ancora in corso studi per il nucleare italiano, se fossero state previste sperimentazioni di queste armi in poligoni italiani.

1980 : UN�ARMA NUCLEARE ITALIANA?
LETTERA DI LAGORIO AL SEN. MALABARBA
Firenze, 19 dicembre 2005. Caro Senatore, ho letto la sua interrogazione 4-09803 del 6 dicembre. Il cenno che nel libro �L�ora di Austerlitz?ho fatto all�arma nucleare italiana non ?una novit? Ne avevo gi?scritto nel 1988 (�L�ultima sfida. Gli euromissili?. Non era un programma, ma solo un�idea che discussi col Capo di S.M. della Difesa, ammiraglio Torrisi, come tema di riflessione. Ritenevo e ritengo compito della Difesa mettere allo studio tutti i piani che si possono immaginare utili alla sicurezza e considero corretto che gli Stati Maggiori nei loro archivi tengano tutte le carte pronte. Ma nel caso dell�arma atomica ?che non ? un piano qualunque ?ho sempre pensato e ritengo tuttora che qualsiasi progetto ha bisogno dell�input specifico del potere politico. Il ministero della Difesa durante la mia gestione non mise mai la questione al proprio ordine del giorno ed escludo che le autorit?militari abbiano proceduto di loro iniziativa. L�idea dunque non venne coltivata e quindi n?gli Stati Maggiori n?il CAMEN n?altri organismi di ricerca vennero investiti del problema. La questione, ad ogni modo, era stata vista fin dalle primissime riflessioni in un quadro di iniziative che dovevano garantire maggiore sicurezza e calma nell�area mediterranea allora molto calda. Si era infatti pensato di promuovere una conferenza di paesi rivieraschi del Mediterraneo per gettare le basi di un patto di collaborazione e reciproca sicurezza capace di allentare tensione e rischi. Sarebbe stata una iniziativa indipendente e �nuova?rispetto al conflitto Est-Ovest e l�arma nucleare italiana (o italo-francese), alla fine di un lungo percorso, avrebbe potuto offrire una particolare forza alla alleanza mediterranea quando questa avesse preso consistenza come una nuova realt? geopolitica di tutto rispetto. Naturalmente non poteva essere il solo ministero della Difesa a coltivare l�iniziativa ma tutto il governo con le procedure previste dalle nostre leggi. Non ce ne fu bisogno perch? noi stessi della Difesa lasciammo cadere l�idea.
Lelio Lagorio.

Questa lettera ?stata comunicata al Quirinale, alla Presidenza del
Senato, alla Presidenza del Consiglio e al Ministero della Difesa.

 

 


 

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