DAI
COMMENTI DELLA STAMPA E DELLE PRESENTAZIONI
Forum di Torino ?Scuola di Applicazione dell�Esercito
?27 aprile 2006
Gen. Armando Novelli
E?il resoconto di un�epoca fondante che impresse una
svolta alle forze armate.
Sen. Valerio Zanone
L�interesse del libro nasce da un problema politico: il
superamento ?avvenuto alla fine degli Anni Settanta ?
della diffidenza fra Stato e socialismo. Fu allora che,
per prepararsi alla guida del Paese, il PSI costitu?al
suo interno un �Governo Ombra?e Lagorio, assunta la
responsabilit?degli affari militari, rilanci?il
�socialismo tricolore? Due sono le cose salienti della
successiva gestione di Lagorio alla Difesa:
l�ammodernamento dello strumento militare e l�attivismo
in politica estesa (Mediterraneo, potenza regionale,
euromissili, �opzione zero?e �doppia chiave?. Il
ministro socialista va anche ricordato perch?dimostr?
fiducia nelle strutture militari e tenne una linea di
continuit?istituzionale. Quanto al tempo presente, ci
sono evidenti differenze. Le forze armate oggi hanno
impegni anche pi?gravosi rispetto agli Anni Ottanta ma
a differenza di allora non vengono ammodernate a
sufficienza.
Gen. Oreste Bovio
Gli Anni Settanta furono disastrosi per le forze armate
e l�arrivo alla Difesa di un ministro socialista fece
temere lo sconvolgimento finale. E invece�Lagorio era
convinto che l�Italia potesse/dovesse avere un ruolo suo
forte e indipendente nella politica internazionale e da
qui scatur?un nuovo slancio per le forze armate.
Rimarchevole fu anche lo sforzo di legare insieme
Resistenza e Difesa. Il libro ?chiaro ed equilibrato
(si vedano i capitoli sulla P.2 e su Gladio) ed ?
interessante per la luce che getta sui difficili
rapporti che il ministro socialista ebbe non solo con la
DC e col PCI, ma anche con altri ministeri (interni,
finanze, esteri) rivelatisi diffidenti e gelosi.
Gen. Bonifazio Incisa di Camerana
I primi Anni Ottanta sono gli anni vulcanici in cui la
Difesa passa dalla tradizionale tutela della sola
frontiera orientale nelle Tre Venezie alla strategia
degli euromissili, al Mediterraneo (Malta e Libano) e
all�Africa. Fu anche il tempo di bilanci �discreti?
ricchissimi rispetto ad oggi; e quel che di buono c��
oggi si deve a come furono impostate le cose allora.
Stavano particolarmente a cuore a quel ministro alcune
cose che spiegano la trasformazione che venne promossa:
la valorizzazione di Garibaldi nel mondo militare
ufficiale, l�ingresso delle donne nelle forze armate e
la sottolineatura che le forze armate regolari furono
protagoniste di primo piano nella lotta di Liberazione,
bene comune dell�Italia del dopoguerra. Un ministro
bravo.
Prof. Luigi Bonanate
L�importanza della presenza di Lagorio alla Difesa
viene confermata da tutti gli ambienti militari ancora
oggi. Questo socialista fu in effetti il primo ministro
che si occup?veramente delle questioni militari. Quanto
al merito di aver determinato una svolta tipo �Austerlitz?
merito che il libro assegna alla gestione di quegli
anni, tale giudizio ?un po?forte anche perch?va reso
merito a Berlinguer che con la nuova posizione assunta
nei confronti della NATO consent?il formarsi di una
classe dirigente diversa anche a sinistra. Un�altra
riserva si deve fare a proposito degli euromissili ai
quali il libro attribuisce il risultato di aver
determinato l�implosione dell�impero sovietico. In
realt?tale evento si deve alla corsa agli armamenti
imposta da Reagan.
Forum di Firenze ?Scuola di Guerra Aerea ?19 Maggio
2006
Prof. Umberto Gori
Nell�Italia repubblicana sono sempre prevalsi i
problemi interni rispetto a quelli esteri ed ?sempre
stato difficile pensare al nostro Paese come ad una
media potenza. L�azione di Lagorio al governo ?riuscita
a capovolgere questo stato di cose. Il primo socialista
arrivato alla testa della Difesa ha avuto lucidi
disegni: 1? l�Italia come potenza regionale con una
forza militare efficiente e dotata delle macchine
necessarie, 2? aumento quindi dei bilanci militari; 3?
dare al Paese una superiore consapevolezza di s? 4?
lealt?ma indipendenza nei confronti della NATO; 5? gli
euromissili usati come strumento per debellare il
pericoloso disegno che sottostava al riarmo atomico
sovietico di quegli anni e cio?la guerra nucleare
possibile perch?circoscritta alla sola Europa. Tale
politica mise Lagorio in forte sintonia col presidente
della Repubblica Sandro Pertini che sostenne il ministro
in tutti i passaggi arrivando ad immaginare per lui una
progressiva ascesa ai vertici dello Stato. Sulla
rilevazione fatta nell��Ora di Austerlitz?a proposito
di una bomba atomica italiana progettata negli Anni
Ottanta va detto che tale ipotesi era gi?stata messa
allo studio negli Anni Cinquanta fra Italia, Francia e
Germania e fu De Gaulle a porre fine al progetto perch?
decise di costruirsi una sua bomba nazionale per
accentuare l�autonomia politico-militare della Francia.
Sull�episodio di Sigonella ?giusto arguire, come fa
l�Autore, che forse c�� stata una postuma rivalsa
americana arrivata fino a Tangentopoli. A Sigonella non
ci sarebbe stato niente di particolare da segnalare, se
non fosse stato che nell�aereo dirottato c�erano dei
terroristi. La circostanza comunque fu abilmente
sfruttata dal governo Craxi a consumo interno. La
�Austerlitz?di Lagorio fu bellissima ed ha lasciato un
seme e un s�guito. C�� una morale da ricavarne: per
contare qualcosa nel mondo bisogna essere una risorsa
e/o un problema. Allora lo fummo, oggi forse non siamo
n?l�una n?l�altro.
Gen. Giuseppe Degli Innocenti
L�avvento del ministro Lagorio alla Difesa riserv?
due sorprese: una per i militari che scoprirono un
ministro che si era preparato e l�altra per il ministro
stesso che scopr?l�efficienza e l�onest?intellettuale
del mondo militare. Quest�ultimo aveva accolto il nuovo
ministro ?un socialista! ?con pregiudizi e timori
perch?in genere gli ufficiali e soprattutto gli alti
gradi sono prevalentemente di destra come in tutti i
Paesi occidentali. Poi, ben presto, fu evidente che quel
ministro ascoltava i militari, ne comprendeva i
problemi, li faceva propri e li risolveva. L�Autore
dell��Ora di Austerlitz?racconta quegli anni con una
sobriet?che gli fa onore ma non pu?nascondere che
l�ambizioso programma predisposto e attuato durante la
sua gestione fu una cosa importante. In particolare va
ricordata la cura del tutto nuova per gli Addetti
Militari all�estero e per il corpo degli ufficiali
sensibilmente valorizzati. Anche i bilanci della Difesa
vennero spinti all�ins?e cos?le forze armate vennero
risollevate dalle condizioni di umiliante inferiorit?
nei confronti degli alleati della NATO. Forte fu anche
la spinta per l�integrazione militare e lungimirante fu
la scelta di dotare la Difesa di un �centro di studi
strategici? Un capitolo del tutto nuovo fu il
superamento della incomprensione/lontananza fra militari
e Paese e fu un gran bene perch?questo era un �punto
nero?che poteva generare gravi degenerazioni. Cos��
rimasto di quell�opera? Gli anni di Lagorio vanno
definiti un �miracolo politico militare? simile al
�miracolo economico italiano?degli Anni Cinquanta. Il
ministro aveva una nitida visione dei suoi doveri e la
costanza di perseguirli. Una guerra vinta. Ma l�epoca
Lagorio, per quanto di durata eccezionale, non ?bastata
a consolidare il lavoro avviato. Diverse cose sono
tornate al lamentevole stato di ieri. Si pensi al
bilancio! Ma qualcosa ?rimasto: l�orgoglio di essere
militari ad esempio e poi lo stesso settennato di Ciampi,
che come leit-motiv della sua presidenza ha assunto
l�amore di Patria e la bandiera, ?un segno di
continuit?
Scuola Carabinieri di Firenze - 4 Maggio 2006
Prof. Cosimo Ceccuti
Dal libro si evince che le vicende dei primi Anni
Ottanta non sono soltanto una pagina di storia ma anche
un progetto. Dallo spirito di rinascita della politica
militare, allora avviato, ?disceso e rimasto il
risveglio della Patria e dei suoi simboli. Indicare,
come fu fatto allora, il Risorgimento come simbolo del
Paese non era n?retorica n?una cosa scontata perch?il
Risorgimento era ed ?ancora scomodo nel nostro Paese.
Se poi ancora oggi c�� una partecipazione dell�opinione
pubblica per i nostri militari si deve alla politica
costruita allora. Oggi tuttavia ci sono molti �ma?e il
libro ?scritto anche per segnalarli e sottolineare la
loro pericolosit? Il primo �ma??costituito dai
pesanti tagli al bilancio militare. Nel libro ?
contenuto un messaggio: il Paese ritrovi il fervore di
allora.
L'Autore ?uomo del Risorgimento. L'idea che la patria ?
un elemento di forza nella vita del Paese ?l'idea che
contraddistingue questo libro. Senza amare e difendere
l'identit?nazionale non si va da nessuna parte. Il
presidente Ciampi, che di tale sentimento ha fatto la
scelta fondamentale del suo settennato, ha un aggancio
illustre proprio negli anni raccontati da Lagorio. Il
socialismo tricolore - insegna del ministro della Difesa
di allora - non ?un'idea piccolo-borghese ma un
insegnamento valido per tutto il Paese. Il libro affronta
problemi ai quali il nostro pubblico e i nostri media non
sono abituati, ?un libro che suscita dunque un tipo di
lettura nuova e perci??un libro raro. Rifiutare un
esercito-naftalina e farne invece una forza viva con
quadri moderni in sintonia con l'anima migliore del Paese
?stata la grande lezione di quegli anni. Da pi?di un
decennio la politica ?solo demagogia, ?un lusso che ci
logora. "L'ora di Austerlitz" dimostra che in un
recente passato ?stata possibile un'epoca politica non
demagogica. Non ?vietato tentare di ripristinarla (Zeffiro
Ciuffoletti).
Un saggio assai originale sugli Anni Ottanta, un libro di
storia politica inteso a rivelare quella che l�Autore
definisce �una rivoluzione silenziosa? La rivoluzione
di cui ragiona Lagorio ?precisamente l�azione compiuta
dal suo ministero della Difesa, con la benedizione di
Sandro Pertini, per rilanciare l�efficienza delle forze
armate e un sano orgoglio nazionale. Fu una svolta di
notevole portata che ha giovato non poco alla
reputazione del nostro Paese. Fu davvero una prova
esemplare per una sinistra di governo (Antonio
Ghirelli).
In piena guerra fredda il presidente della Repubblica,
da sempre dichiaratamente pacifista, spiazz?tutti
avallando l�installazione in Italia di testate nucleari.
�Ok agli euromissili?: cos?Pertini cambi?la storia.
Lelio Lagorio ?stato un eccellente ministro della
Difesa e la sorte gli ha assegnato una parte di prima
fila nella conclusione della Terza Guerra Mondiale con
la disintegrazione dell�Unione sovietica. Lo
straordinario successo avuto come ministro della Difesa
rese Lagorio consapevole di un grave rischio: quello di
essere chiamato alla presidenza del Consiglio. Si era
sforzato di dimostrarsi indisponibile ma non riusc?ad
evitare di sembrarne degno. E cos�.Tutto considerato,
Lagorio non ebbe le traveggole quando gli sembr?di
veder splendere il sole di Austerlitz sul suo avvento al
ministero della Difesa. Solo che altri hanno goduto i
frutti della vittoria (Franco Cangini)
In quegli anni l�Italia
conquist?un ruolo di primo piano nella politica
mondiale. Per questo Lagorio ha intitolato il suo ultimo
libro �L�ora di Austerlitz = 1980 : la svolta che mut?
l�Italia?(Vincenzo Sinati).
E?un diario fra speranza e delusioni ma c�� il ritratto
di un Paese che ci consente di capire un�epoca del
Novecento. Dobbiamo essere grati all�Autore perch?ha
ricostruito in modo sintetico, episodio per episodio,
quanto avvenne nei primi Anni Ottanta (Fabio Ranucci).
Un volume importante che ricostruisce in modo
documentato e originale una fase cruciale della storia
italiana. Va particolarmente segnalato un passaggio del
libro, quello in cui l�Autore ricostruisce l�episodio
degli euromissili, scelta �storica?per l�immagine e la
posizione dell�Italia all�interno della Alleanza
occidentale e nel mondo. Fu una scelta che apr?la
strada al cambio di generazione e di linea politica al
vertice del potere sovietico. La decisione italiana
sugli euromissili diede un contributo assolutamente
determinante alla svolta mondiale contribuendo alla fine
del regime e dell�impero sovietico (Arrigo Levi).
In questa storia i protagonisti sono uomini del PSI. Il
gran merito del ministro socialista della Difesa fu
quello di cambiare la mentalit?del mondo militare e di
avvicinare quest�ultimo alle forze politiche (Giuseppe
Tamburrano).
Impossibile sottovalutare l�importanza storica della
�svolta?raccontata in questo libro. Niente, dopo
Lagorio, ?pi?rimasto lo stesso per la Difesa in
Italia. Ma nella scelta del nome dato al libro (�Austerlitz?
c�� insita la tristezza. Napoleone infatti indic?
Austerlitz ai suoi soldati prima della battaglia della
Moscova: vinse ma fu l�ultima sua vittoria (Stefano
Silvestri).
Libro autobiografico ma utile per la storia. L�Autore ha
ragione quando definisce gli Anni Ottanta come anni di
una svolta riformista. Fu cos? la svolta fu pensata e
tradotta in pratica con una grande mole di interventi
elevati. All�allora ministro della Difesa si deve
soprattutto la rivalutazione del mondo militare come
necessario protagonista di un Paese moderno, ma gli si
deve anche una rilevante opera culturale, quella di
essere riuscito a unificare tre categorie che dopo la
guerra erano rimaste separate: Patria, forze armate,
Mediterraneo. Non tutti allora capirono le novit?ma la
storia ha dato ragione a uomini come Lagorio: ricerca di
efficienza e umanit?nelle forze armate che sono utili
se sono preparate, ruolo indipendente dell�Italia, pari
dignit?fra alleati. Lagorio non ha perci?ragione di
essere pessimista: il buon seme, gettato allora, ?
germogliato (Vannino Chiti).
Il ministro socialista alla Difesa fu un momento
importante del cambiamento guidato da Pertini. Sono gli
anni cruciali dei nuovi equilibri di governo e dei pi?
equilibrati rapporti fra DC e alleati, ma sono anche gli
anni della rivalutazione della politica militare e della
scoperta fatta, ad opera dell�Italia, che c�era una
vulnerabilit?a sud della Alleanza atlantica. Il
presidente Ciampi ha il grande merito del rilancio
dell�idea di Patria ma ?giusto dire che prima c�era
stata la preparazione che il libro di Lagorio oggi
racconta (Antonio Maccanico).
La presenza di Lagorio alla testa della Difesa segn?la
riconciliazione del pensiero della sinistra con i temi
delle forze armate. La scissione era antichissima,
risaliva al tempo della frattura fra Cavour e Garibaldi.
Si pu?dire che con la prova del primo ministro
socialista alla Difesa la sinistra ?divenuta una
compiuta forza di governo (Bartolo Ciccardini).
E?un trattato di cose militari ma non solo. L�Autore ?
un protagonista dell�antefatto che ha portato
all�implosione dell�impero sovietico. Il paradosso ha
voluto che tale evento storico fosse preparato da un
socialista. L�Autore racconta una rivoluzione
silenziosa. A lui si deve se le forze armate, ancora
ferite dalla catastrofe della guerra, uscirono dalla
riserva indiana in cui erano confinate (Enzo Bettiza).
Gli Anni Ottanta non furono Austerlitz. Accanto a cose
positive ci furono episodi che lasciano tuttora molte
preoccupazioni (P.2, servizi segreti, commercio delle
armi). A Lagorio va detto che dette troppo credito alla
forze armate, ma il libro ?un atto di coraggio perch?
parla, per la prima volta, di cose per cinquanta anni
coperte da segreto: ad esempio, le armi atomiche
italiane. Si deve concordare con l�Autore che per una
adeguata difesa delle forze armate occorre una cultura
adeguata dello Stato e che oggi ci sono ragioni di
pessimismo (Falco Accame).
Con �L�Ora di Austerlitz?Lagorio ha completato un
trittico ?dopo �L�ultima sfida. Gli euromissili?e
�L�Esplosione??col quale si ?proposto di riflettere
sulle fasi pi?drammatiche ed esposte della sua attivit?
politica. Lagorio svolge cos?un suo coerente discorso
con un severo gusto della verit?e senza compiacimenti
autobiografici. Lagorio ci tiene molto ad evidenziare il
senso della dignit?nazionale che ha distinto la sua
azione al ministero della Difesa. La controversia sugli
euromissili viene ricondotta ad una lettura molto
realistica. L�Autore dice che gli euromissili hanno
avviato un doppio processo: una pi?forte autonomia
dell�Europa occidentale e un inizio di affrancamento di
quella orientale dal dominio sovietico. Interpretazione
troppo provvidenzialistica ed ex-post? Il dibattito
rimane apertissimo. Resta il fatto che questo volume ?
un titolo ineludibile per chi vorr?scrivere la storia,
considerandone tutti gli attori con animo scevro da
animosit?e pregiudizi (Roberto Barzanti).
Il libro racconta la svolta che si ebbe nei primi anni
80 e l�Italia riscopr?l�orgoglio nazionale. Di allora ?
rimasta l�anima militare, componente di primo piano
della vita italiana (Sandro Addario).
Lagorio ci fa rivivere un�Italia che riusc?a stupire il
mondo (Roberta Capanni).
Forse la tesi di fondo secondo cui la svolta del 1980
cambi?l�Italia pu?apparire ridondante�ma da queste
memorie di un ministro della Prima Repubblica emerge che
effettivamente in quegli anni cominci?a circolare un
altro spirito nel Paese. Quale? Per capirlo pu?aiutarci
la copertina del volume di Lagorio che riproduce un
dipinto futurista di Giacomo Balla �Bandiere all�altare
della Patria? (Enrico Nistri)
Lagorio riusc?a condurre in porto una virtuosa
rivoluzione alla Difesa. L�Autore stende sulla carta
molti singolari aneddoti e �perle?di vita parlamentare.
Un libro che sembra un romanzo ma il lettore alla fine
scopre di essere stato introdotto nella a volte
pericolosa �stanza dei bottoni?dei Palazzi Capitolini (Fausto
Pettinelli).
Del racconto degli Anni Ottanta va sottolineata ?oltre
ai consistenti aspetti politici e militari -
l�attenzione allora posta con una vigorosa azione
riformista al patrimonio culturale delle forze armate.
Sono i capitoli sulla fortezza di Gaeta e sulla campagna
detta �Caserme aperte?che maggiormente evidenziano
questa particolare sensibilit? Purtroppo ?rimasto solo
il tempo del ricordo. Non c�� che da augurarsi che quel
tempo generi il futuro (Laura Lodigiani).
Un volume non solo di memorie personali ma un segno
importante nella rilettura della storia d�Italia (Eugenio
Giani).
Si sente l�appartenenza dell�Autore ad una famiglia di
militari. Il pregio dell�opera sta nel ricordo del non
facile avvio di una politica innovatrice dopo gli anni
di grigio oblio del lungo dopoguerra (Francesco Bosi).
Il primo ministro socialista che al mondo militare di
allora pareva �strano??stato un ministro con gli
attributi. Ottima la vena ritrattista nel disegnare
alcuni personaggi di quegli anni (gen. Fabio Mini).
Il riformismo socialista ?di cui Lagorio era uno dei
protagonisti ?si inser?nel polarismo DC/PCI e fu
favorito da una serie di presidenti del Consiglio
comprensivi e soprattutto dal Capo dello Stato Pertini.
Con l�Autore resta qualche dissenso a proposito di P.2,
infiltrazioni comuniste nelle forze armate, �doppia
lealt� dei servizi segreti (Sandro Rogari).
Nei primi Anni Ottanta il Paese fece un salto di qualit?
e non fu soltanto una naturale evoluzione. La nuova
gestione del ministero della Difesa fu determinante (gen.
Vincenzo Camporini).
I militari non si aspettavano un simile ministro ma
parteciparono alle aperture di Lagorio verso la
modernizzazione. Pi?impreparato fu invece il mondo
politico. La gestione Lagorio dovette affrontare molti
guai (terremoto dell�Irpinia, spedizioni all�estero,
disputa con gli americani per il possesso delle chiavi
di lancio degli euromissili, terrorismo, loggia
massonica P.2, struttura segreta Gladio) e il libro ora
li elenca puntualmente e li tratta con estremo giudizio.
Il capitolo su Gladio ?il migliore articolo mai scritto
sulla scottante questione. Resta soprattutto un fatto
decisivo per la nostra politica militare: allora prese
avvio la politica di difesa �a braccio lungo?(Stefano
Silvestri).
Venne impressa una vera svolta al mondo militare.
Cominci?allora l�era delle missioni italiane fuori
area. Fu possibile coniugare il rispetto per la
tradizione militare e la militanza socialista (Domenico
Contestabile).
Il presidente Craxi fu un grande innovatore ma va detto
che alcune sue scelte coraggiose furono possibili perch?
in precedenza era stata preparata una politica di
indipendenza e autonomia che non metteva in discussione
il radicamento italiano nell�Occidente. Come diplomatico
e consigliere del premier Craxi per la politica estera
sono testimone dei frutti lasciati nel tempo dalla forte
politica dei primi Anni Ottanta (Antonio Badini).
Un�altra epoca e un altro senso dello Stato. Una
politica della Difesa avviata e gestita in un modo
nuovo, addirittura poco familiare per il mondo militare
(Luigi Ramponi).
Il "Granduca di Toscana" dal marzo 1980
all'estate 1983 si ?misurato con l'impegnativa sfida di
far uscire le nostre forze armate dalla riserva indiana in
cui erano relegate dalla fine della guerra e, pi?in
generale, di promuovere una riscoperta dell'identit?e
dell'orgoglio nazionale in un Paese troppo a lungo
dominato da forze assai poco sensibili a questi valori. In
quegli anni effettivamente l'Italia ha riacquistato una
sua voce nel contesto mondiale. Da un uomo come Lagorio,
profondo conoscitore di vita e retroscena dello Stato, ci
saremmo per?aspettati qualcosa di pi?su il "caso
Ustica" (Fabrizio Federici).
L'opera ?un interessantissimo resoconto
di una svolta epocale nella "grand strategy"
nazionale, nella politica di sicurezza e
nell'organizzazione militare. Il taglio autobiografico
rende la lettura piacevole e avvincente, presentando
argomenti anche complessi e difficili con una scioltezza
narrativa che appassioner?anche chi con la geopolitica e
le cose militari non ha familiarit? Per chi, invece, ha
scelto la professione delle armi, questo libro potr?
essere di grande aiuto per comprendere meglio il punto di
vista dei politici e le loro interazioni con i vertici
militari. La narrazione si sviluppa in un arco temporale
che sottende alcuni degli eventi di maggiore interesse
della recente storia militare italiana (nuova cornice
strategica, euromissili e fianco sud, Libano, Mar Rosso,
Malta e Somalia, guerra surrogata, attentato al Papa,
affare "Gladio"). L'Autore descrive le relazioni
internazionali dell'epoca e i retroscena
politico-militari, le iniziali condizioni militari di
grande disagio, le moltissime azioni intraprese per
cambiare le cose. Quel periodo ?ancora oggi ricordato
come un periodo di grandi miglioramenti. Il giudizio
finale che sulle forze armate emerge dall'opera ?davvero
lusinghiero�un giudizio positivo che le forze armate si
guadagnarono sul campo e ricambiarono con stima e
gratitudine nei confronti di un Ministro che, con
capacit?e coraggio, si rese protagonista di una sorta di
"prima rivoluzione" negli affari militari
italiani (M.C, "Rivista Militare",
periodico dello S.M.Esercito).
Una importante ricostruzione storica. Libro
autobiografico ma utile per gli storici. Dopo gli anni
di oblio, infatti, con Lagorio ministro la politica
militare venne affrontata in maniera completa e, in
maniera attrettanto corretta, venne gestito il rapporto
della Difesa con gli altri dicasteri (Esteri, Tesoro,
Industria). Tutto ci?senza stravolgimenti e rivoluzioni
ma adeguando - con costanza, metodo e lungimiranza -
strutture, strumenti, personale e finanziamenti. Un
esempio concreto di "vera politica" (Gen. C. Cirneco)
Volume veramente interessante. Emerge nel panorama delle
pubblicazioni di settore per la ricchezza della
documentazione fornita, tutta espressione di documenti
originali, assolutamente inediti e destinati a divenire
tasselli fondamentali per comprendere le dinamiche del
complesso periodo storico trattato
(Magg. CC. Pietro Oresta, Istituto Superiore di Stato
Maggiore Interforze).
Cos'?l'Italia? La domanda pu?apparire banale ma non lo
? In fondo, oggi pi?che mai, ognuno sembra avere in
proposito un'idea propria. Lagorio non ha dubbi. Sa cosa
?e sa altrettanto bene cosa non ? Diritti, doveri,
destino si intrecciano in un orizzonte tracciato da un
irrinunciabile punto fermo: l'inscindibilit?della
politica estera e della politica militare....Non so se
il sole di Austerlitz torner?a splendere sul destino
delle forze armate...so per?che quando l'on.Lelio
Lagorio afferma che ci??possibile spero intimamente
che non sia soltanto il doveroso auspicio di un uomo di
Stato.Dice che, se si vuole, si pu?fare semplicemente
perch??gi?stato fatto in passato.
(Gioia Marotta, Quaderni della Rivista Aeronautica).
In Italia non esiste la tradizione del memoriale. Anche
per questo motivo "L Ora di Austerlitz" e opera
meritoria. Lagorio non solo rievoca il periodo da lui
trascorso al dicastero della Difesa ma lo fa con la
piena coscienza di cio che quel periodo ha significato
per le forze armate e per la Nazione nel contesto
internazionale. E si rivela un vero uomo di Stato.
Stile, molto gradevole, alla portata di tutti. Non un
libro per soli addetti a lavori, non puo mancare nella
biblioteca di chi appassionato o studioso desidera
sapere cosa e successo alla Difesa nei primi Anni
Ottanta (Gen. Giovanni Bernardi, Pagine di Difesa)
Un libro molto interessante ma ?necessaria qualche
riserva. Ad esempio l�obiettivo �manager?che l�Autore
assegna agli ufficiali. C�� in questo un retrogusto
mercantilistico che sembra legato all�invenzione di
Craxi secondo cui lo Stato era solo �l�azienda Italia?
Merita apprezzamento invece il fine ultimo del libro:
non vanta una vittoria del passato ma indica un
obiettivo di vittoria ancora possibile purch?lo Stato
tenga vigile e preparato il Paese con una cultura delle
idee e dei valori alti (Giordana Canti).
Un libro di memorie e di ricostruzione storica. E?un
racconto degli avvenimenti della repubblica italiana
durante la lotta contro il terrorismo, la sfida
Est-Ovest con gli euromissili, la prima spedizione
militare italiana all�estero dopo la seconda guerra
mondiale (Mar Rosso e Libano). Al centro del saggio il
ruolo della nuova classe militare del Paese (FMA/AAD,
pres. Lord Henry Plumb, Bruxelles)
Gli Anni Ottanta sono stati gli anni della rivoluzione
delle forze armate italiane, della loro funzione ed
efficienza. Attraverso di esse l�Italia ha potuto
potenziare la propria politica estera e raggiungere quel
prestigio internazionale che le ha permesso di sedere al
tavolo dei Grandi�L�Autore si conferma non solo
pregevolissimo saggista ma scrittore di vena arguta e
attenta al particolare (Toscana Qui, Laura
Lodigiani).
L�Italia che esce fuori da quest�ultimo libro di Lagorio
?un�Italia che negli Anni Ottanta ampli?il suo respiro
politico e ritrov?la sua funzione storica (sulla terra
e sul mare) spostando il baricentro della politica
estera ma soprattutto della difesa dal Nord-Est all�area
mediterranea con l�accentuazione della importanza
strategica del �fronte sud?prima ignorato dai piani
difensivi dell�Occidente. Questo pot?accadere proprio
grazie all�abbinamento tra mondo militare e un vulcanico
ministro che svolse in quegli anni un lavoro abbastanza
eccezionale. Dove si dimostra che gli italiani se li si
fa lavorare sono pi?bravi di quanto si dice (Rivista
Marittima, Giordana Canti).
Nel libro si evidenzia un importante aspetto, cio?il
ruolo politico della presidenza delle repubblica
italiana, tutt�altro che ininfluente. Lagorio racconta
come sia stato proprio Sandro Pertini, considerato un
antimilitarista e pacifista, che con ferma
determinazione ha permesso di garantire la difesa
dell�Europa dall�aggressivit?sovietica (La Padania).
Il libro ?una importante testimonianza del passato ma ?
anche una vigorosa indicazione per il futuro. Abbiamo
davanti il programma fondamentale del politico Lagorio�La
cultura non ?arida erudizione libresca ma humus vivente
degli italiani: patriottismo, eroismo, senso civico,
senso di responsabilit? partecipazione, capacit?di
dialogo (Nuovo Risorgimento)
�L�Ora di Austerlitz??una miniera di informazioni e
rivelazioni su eventi, problemi e personaggi della
svolta politica degli Anni Ottanta. Il libro racconta
come matur?il cambio di marcia del Paese, chi ne fu
l�artefice e quali resistenze dovette superare. Viene
anche trattato il declino di quella politica di
rinnovamento e ne vengono analizzate le cause (Rassegna
Volterrana).
Nella sua interessantissima opera, Lagorio fra i tanti
episodi ha voluto fare un�inedita quanto sorprendente
rivelazione. Essa riguarda il veto posto dagli alti
comandi militari alla nomina del senatore Antonio
Landolfi che era stato designato dalla direzione del
partito socialista come ministro della Difesa. Il veto
era motivato dalla amicizia del senatore Landolfi con
l�onorevole Giacomo Mancini. Un veto inaccettabile in un
regime di democrazia parlamentare. Un episodio che
illumina sul clima politico e sulle autentiche
deviazioni della legalit?repubblicana in tempi oscuri
per la vita politica e costituzionale del Paese (Man,
agenzia Fuoritutto, Roma, 1�dicembre 2005)
1980 : NESSUN VETO DEI
MILITARI
LETTERA DI LAGORIO AL SENATORE LANDOLFI
Firenze, 19 dicembre 2005. Caro Landolfi, ho visto il
n?5 di �Fuoritutto?con il commento di Man ad una
pagina del mio ultimo libro. In proposito lasciami dire
due cose. Innanzi tutto posso assicurarti che nella
primavera 1980 i capi militari con i quali ebbi modo di
parlare dei nuovi assetti di governo non mi espressero
alcun veto alla tua candidatura. Il tuo nome non fu
neppure pronunciato. E quanto alla designazione dei
ministri socialisti, a me non risulta che nel 1980 la
direzione del PSI se ne sia interessata. Ho invece letto
da qualche parte che nell�autunno 1980 ?forse al
momento della caduta del 2?governo Cossiga e
dell�avvento di Forlani ?ci fu un passo di Giacomo
Mancini su Craxi. Nel PSI Giacomo era allora
all�opposizione e qualcuno sostiene che cerc?allora un
terreno di intesa col segretario proponendo, fra
l�altro, il tuo nome come ministro. La cosa non ebbe
seguito ma cadde per ragioni interne del PSI, non per
ostilit?del mondo militare.
Lelio Lagorio.
L�Italia voleva un�atomica tutta sua e Lagorio svela un
intrigo degli anni 80. La bomba progettata a Pisa quando
imperversava la P.2. Accame: via il segreto (Checchino
Antonini).
Correva l�anno 80 quando l�Italia pens?alla atomica. Si
progett?allora di costruire l�atomica a Pisa. Era
un�idea accarezzata per 15 anni. Lagorio dice: �Era un
buon progetto, ma lasciammo perdere? Per Accame invece
era un bluff, serviva solo a far bella figura con gli
altri Paesi (Roberto Cestari).
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
Senato. Atto n?4-09803, pubblicato il 6 dicembre 2005.
Il senatore Luigi Malabarba (gruppo parlamentare
Misto-Rifondazione Comunista), con riferimento al libro
�L�ora di Austerlitz?(pag.143), l?dove si riferisce
che agli inizi degli Anni Ottanta fu progettata la
costruzione di una bomba nucleare italiana, interroga il
Presidente del Consiglio dei Ministri per sapere se il
programma nucleare era coperto da segreto e cosa risulti
in proposito all�Ufficio Centrale di Sicurezza e quale
durata fosse stata attribuita alla segretezza, se tale
segretezza sia ancora in vigore, se la documentazione
relativa al programma nucleare sia disponibile, se il
CAMEN di Pisa fosse stato istituito per costruire la
bomba atomica, se siano ancora in corso studi per il
nucleare italiano, se fossero state previste
sperimentazioni di queste armi in poligoni italiani.
1980 : UN�ARMA NUCLEARE
ITALIANA?
LETTERA DI LAGORIO AL SEN. MALABARBA
Firenze, 19 dicembre 2005. Caro Senatore, ho letto la
sua interrogazione 4-09803 del 6 dicembre. Il cenno che
nel libro �L�ora di Austerlitz?ho fatto all�arma
nucleare italiana non ?una novit? Ne avevo gi?scritto
nel 1988 (�L�ultima sfida. Gli euromissili?. Non era un
programma, ma solo un�idea che discussi col Capo di S.M.
della Difesa, ammiraglio Torrisi, come tema di
riflessione. Ritenevo e ritengo compito della Difesa
mettere allo studio tutti i piani che si possono
immaginare utili alla sicurezza e considero corretto che
gli Stati Maggiori nei loro archivi tengano tutte le
carte pronte. Ma nel caso dell�arma atomica ?che non ?
un piano qualunque ?ho sempre pensato e ritengo tuttora
che qualsiasi progetto ha bisogno dell�input specifico
del potere politico. Il ministero della Difesa durante
la mia gestione non mise mai la questione al proprio
ordine del giorno ed escludo che le autorit?militari
abbiano proceduto di loro iniziativa. L�idea dunque non
venne coltivata e quindi n?gli Stati Maggiori n?il
CAMEN n?altri organismi di ricerca vennero investiti
del problema. La questione, ad ogni modo, era stata
vista fin dalle primissime riflessioni in un quadro di
iniziative che dovevano garantire maggiore sicurezza e
calma nell�area mediterranea allora molto calda. Si era
infatti pensato di promuovere una conferenza di paesi
rivieraschi del Mediterraneo per gettare le basi di un
patto di collaborazione e reciproca sicurezza capace di
allentare tensione e rischi. Sarebbe stata una
iniziativa indipendente e �nuova?rispetto al conflitto
Est-Ovest e l�arma nucleare italiana (o italo-francese),
alla fine di un lungo percorso, avrebbe potuto offrire
una particolare forza alla alleanza mediterranea quando
questa avesse preso consistenza come una nuova realt?
geopolitica di tutto rispetto. Naturalmente non poteva
essere il solo ministero della Difesa a coltivare
l�iniziativa ma tutto il governo con le procedure
previste dalle nostre leggi. Non ce ne fu bisogno perch?
noi stessi della Difesa lasciammo cadere l�idea.
Lelio Lagorio.
Questa lettera ?stata comunicata al Quirinale, alla
Presidenza del
Senato, alla Presidenza del Consiglio e al Ministero
della Difesa.