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Lelio Lagorio, Cronache di lotta socialista a
Firenze, in �Il socialismo fiorentino dalla Liberazione alla
crisi dei partiti. 1944-1994� a cura di Luigi
Lotti, Polistampa, Firenze 2008, pp. 204 e 20 illustrazioni.
Il testo di Lagorio � raccolto come testimonianza da p.113 a
p.186.
RECENSIONI
Il socialismo fiorentino
Recensione di Andrea Becherucci
�Rassegna Storica Toscana Olschki�, 20/03/2008
Il volume di cui trattiamo nasce dalla
volont� di celebrare la figura di Lelio Lagorio, gi� sindaco
di Firenze dal 1965 al 1966 e ministro della Difesa e del
Turismo tra il 1980 e il 1986.
Il lavoro, prefato dal presidente del Consiglio regionale
della Toscana Riccardo Nencini, si apre con un excursus
storico di Luigi Lotti che ripercorre sinteticamente le
vicende del socialismo fiorentino dalla liberazione della
citt� alla disintegrazione del PSI contestualmente alla
caduta del sistema politico della cosiddetta �Prima
Repubblica� e lo fa inserendo a pieno titolo il socialismo
fiorentino nella storia del partito socialista a livello
nazionale.
Se possiamo contare su un certo numero di ricostruzioni
d�insieme della storia del partito socialista in Italia � ad
esempio i lavori Storia del movimento socialista. Dalle
origini all�alternativa, a cura della Fondazione
Brodolini, voll. I-VI, Venezia, Marsilio, 1979, Storia
del socialismo italiano, diretta da Giovanni Sabbatucci,
Roma Il Poligono, 1980, voll. I-VI, Zeffiro Ciuffoletti
Storia del PSI. Le origini e l�et� giolittiana, Bari,
Laterza, 1992, e Maurizio Degl�Innocenti, Storia del PSI.
Dal dopoguerra a oggi, Bari, Laterza, 1993 � pi�
difficile � individuare testi che siano in grado di
fotografare efficacemente la realt� locale fiorentina; tra
questi si possono citare lo studio sul partito socialista di
Giuseppe Muzzi in La ricostruzione in Toscana dal CLN ai
partiti, tomo II, Bologna, Il Mulino, 1981, dedicato ai
partiti politici, orientato per� prevalentemente sul
versante regionale, anche se non privo di riferimenti alla
situazione fiorentina e il cui termine ad quem
� rappresentato dalle elezioni del 18 aprile 1948 e i saggi
raccolti nel volume Il socialismo in Firenze e provincia,
1871-1961, a cura di Stefano Caretti e Maurizio
Degl�Innocenti, Pisa, Nistri Lischi, 1987.
Il volume curato da Luigi Lotti viene opportunamente a
riempire una lacuna temporale � dagli anni sessanta alla
met� degli anni novanta � di un�esperienza politica ormai
considerata conclusa almeno per ci� che riguarda le
strutture e gli uomini che hanno fatto la storia del
socialismo nel capoluogo toscano.
Nella prima parte del suo scritto, Lotti ripercorre le
vicende del socialismo nazionale soffermandosi su alcuni
punti: ad esempio, la percezione di una frattura nella
storia del PSI che lo porta a distinguere due periodi
sostanzialmente distinti nelle vicissitudini del partito; il
primo periodo corrisponderebbe alla fase pi� critica del PSI
in cui � legato alla politica del PCI � si trover�
schiacciato tra la negazione della validit� attribuita al
modello sovietico e il richiamo all�unit� d�azione di tutte
le forze classiste, il secondo periodo � inaugurato dal
processo di destalinizzazione in URSS e dal recupero della
linea politica autonomista da parte di Nenni � porter� ben
presto il PSI alla piena accettazione della democrazia
parlamentare fino a impegnarsi con responsabilit� di governo
nella guida del paese e ad essere pienamente riconosciuto in
ambito europeo come una forza ispirata ai principi e ai
valori delle socialdemocrazie continentali.
Il riflesso necessario a livello locale della politica
nazionale vede Firenze rimanere sostanzialmente in linea con
le direttive romane ma come afferma l�autore nella seconda
parte del suo lavoro �la vicenda del PSI in Toscana va
pertanto riconsiderata nel quadro di quella italiana, ma in
pi� nelle ripercussioni derivanti dalla diversa realt�
politica regionale e da quella specifica della sinistra� (p.
27). Specificamente toscano � anche il peso, sopratutto
qualitativo, degli ex-azionisti passati al PSI; tra questi
Furno e Ramat che erano transitati direttamente da un
partito all�altro dopo che il Pd�A si era dissolto e il
gruppo che faceva capo a Calamandrei, Codignola, Enriques
Agnoletti e Giorgio Spini, passato al PSI attraverso
l�esperienza di �Unit� Popolare�.
La prevalenza a Firenze della componente autonomista che si
esprime nella segreteria locale prima tenuta da Luigi
Mariotti, poi, eletto deputato quest�ultimo, dal pisano
Luciano Paolicchi, si rafforza con l�entrata nel PSI di
Lelio Lagorio proveniente dalle fila di �Unit� Popolare�.
Proprio a Lagorio tocca guidare il partito dopo il Congresso
nazionale di Venezia del 1957; ufficialmente
vicesegretario,� nei fatti il sostituto del segretario
Mariotti impegnato in Parlamento.
Nel 1960 diventa finalmente praticabile a livello di giunta
comunale l�esperienza di centro-sinistra anche a Firenze; in
quest�occasione una pattuglia di esponenti socialisti di
grande valore � tra cui il vice-sindaco Enriques Agnoletti e
gli assessori Ramat e Detti - affiancano il sindaco La Pira
nel governo della citt�.
Negli anni del centro-sinistra al governo del paese, il
segretario Mariotti � sempre pi� coinvolto fino ad assumere
il portafoglio della Sanit� nel secondo governo Moro (luglio
1964). E� allora che Lagorio occupa anche formalmente la
carica di segretario del partito a Firenze e successivamente
diventa sindaco della citt� dopo la fine della stagione
lapiriana. Lagorio rimane in carica soltanto un anno, il che
fa comunque di lui il secondo socialista a sedere a Palazzo
Vecchio dopo il �sindaco della Liberazione� Gaetano
Pieraccini.
Nel luglio 1970 Lagorio va a ricoprire l�incarico di
presidente della giunta regionale al momento in cui termina
l�iter legislativo che permette l�attuazione delle Regioni a
statuto ordinario. E� l�unico esponente socialista ad essere
eletto presidente di una giunta regionale in questa prima
tornata; vi rimane per quasi nove anni dopodich� il nuovo
segretario del partito, Craxi lo invita a candidarsi al
Parlamento alle elezioni politiche del 1979 in cui risulta
eletto. E� successivamente rieletto nel 1983 e nel 1987,
ricoprendo, nello stesso tempo, gli importanti incarichi
ministeriali gi� ricordati all�inizio; nel 1989 viene eletto
al Parlamento europeo.
La slavina che investe all�inizio degli anni novanta la
maggioranza dei partiti che costituiscono l�ossatura della
�Prima Repubblica� non risparmia il PSI fiorentino, che,
schiacciato dalle inchieste della magistratura - rivolte per
lo pi� contro le forze di governo - sui finanziamenti
illeciti ai partiti fattisi negli anni sempre pi� pervasivi
a causa dei costi altissimi della politica, si sfascia. Come
giustamente fa notare Lotti, �tutti erano consapevoli
dell�irregolarit� ma anche dell�indispensabilit� � peraltro
trasformata in eccesso dalla mancanza di controlli e dalla
molteplicit� di fruitori � tanto da estendere concordemente
(salvo i radicali) al finanziamento illecito i saltuari
provvedimenti di amnistia approvati dal Parlamento, l�ultimo
alla fine degli anni �80. Invece nel �92 i partiti non
avevano la stessa capacit� di difesa, n� soprattutto la
stessa compattezza� (p. 39).
Il secondo saggio che compone il volume � La rinascita
del socialismo fiorentino dalle pagine de �La Difesa�
(1945-1957) di Massimo Nardini, in cui, attraverso le
pagine dell�organo della Federazione fiorentina del PSI, si
ripercorre il dibattito interno. Il 22 settembre 1945 �La
Difesa� riprende regolarmente le proprie pubblicazioni,
diretta da Giovanni Pieraccini, ospitando articoli dei
principali protagonisti del dibattito a livello cittadino.
La linea che si coglie sulle pagine del giornale � quella �
per usare le parole di Giovanni Pieraccini al Congresso
nazionale di Firenze del 1946 � di �mantenere, proseguire,
rafforzare la sua posizione d�alleanza con il Partito
comunista [�] e essere pronto ad attrarre intorno a s� quei
ceti medi, proletarizzati dalla guerra ancor pieni in gran
parte di una mentalit� anticomunista� (p. 53).
Con l�avvicinarsi delle elezioni amministrative, gli
articoli puntavano a individuare gli obiettivi prioritari
dell�impegno socialista: tra questi, costruzione di nuovi
alloggi, alimentazione, igiene, sanit�, assistenza. Di
fronte al risultato negativo ottenuto nelle consultazioni
amministrative del 1946 si prospetta, ineludibile, la resa
dei conti al Congresso nazionale. Saragat porta a termine la
scissione socialdemocratica e il PSI risente pesantemente,
anche a Firenze, dei suoi effetti; Gaetano Pieraccini,
l�uomo che aveva simboleggiato la continuit� tra il
socialismo di Pilati e Console e quello rinato dalle rovine
della guerra aderisce alla nuova formazione.
Alla fine del 1947, il Partito d�Azione decide, su
deliberazione del Consiglio nazionale, la confluenza nel
PSI, il che gli consente a Firenze di recuperare almeno in
parte gli iscritti perduti a causa della scissione di
Palazzo Barberini. Quando il 18 aprile 1948, il Fronte
popolare viene battuto nelle elezioni politiche, per la
Federazione fiorentina inizia un lungo periodo di
riflessione sulle cause della sconfitta.
La carica di segretario della Federazione passa dal
rappresentante della sinistra Jaur�s Busoni all�autonomista
Luigi Mariotti e la linea del partito si identifica nel
preparare la strada alle riforme di struttura che avranno il
compito di inserire l�Italia nel novero delle moderne
democrazie dell�Europa occidentale.
In occasione del XXVIII Congresso nazionale che si tiene a
Firenze nel maggio 1948 Nenni viene eletto segretario del
PSI. Intanto a Firenze il partito cerca di rimediare ad
alcune criticit� che si erano venute evidenziando in
particolare per quel che riguarda la mancata presa sui
giovani e sulle donne. Viene seguita con grande
partecipazione da �La Difesa� la vertenza che vede coinvolte
le maestranze della Pignone che rischiano il posto in 1750.
Il 1956 si apre con la nomina di Luciano Paolicchi a
segretario della Federazione fiorentina; il XX Congresso del
PCUS e la rivolta ungherese aprono la strada ad un intenso
dibattito che ospita articoli sul rifiuto della �democrazia
progressiva� e sull�unificazione con il PSDI.
Dopo il Congresso nazionale di Venezia che sancisce
l�abbandono della politica unitaria �frontista�, Lagorio pu�
scrivere su �La Difesa� che �la costruzione del socialismo
in Italia � inseparabile dalla democrazia e dalla libert�
(p. 85).
Un�ampia e circostanziata testimonianza di Lelio Lagorio
sulla sua esperienza di politico e amministratore correda il
volume; suddivisa in trentasei brevi paragrafi illustra le
fasi principali dell�esperienza socialista del dopoguerra a
Firenze. Particolarmente preziosi risultano i ricordi di
Lagorio per ci� che riguarda gli anni settanta e ottanta
vissuti dalla dirigenza fiorentina del PSI.
Con la segreteria Craxi si manifesta compiutamente quella
mutazione antropologica del partito che era cominciata in
maniera sotterranea gi� nei primi anni settanta: il partito
operaio e contadino uscito dalla Resistenza lascia il posto
ai ceti medi emergenti che portano all�interno del PSI
valori propri di altre classi sociali; viene cos� a formarsi
uno strumento di battaglia politica perfettamente
organizzato per l�attuazione di un programma e sempre meno
una �chiesa� ideologizzata. La conseguenza di tale
atteggiamento � che �si affievol� fra le file degli iscritti
l�impegno alla faticosa e ingrata milizia politica
quotidiana e crebbero, nel clima di un paese via via pi�
individualista, le aspirazioni personali, l�attesa di veder
aumentare, anche attraverso il partito, il proprio ruolo
nella societ� (p. 169). E� inevitabile, per�, anche una
lenta deriva verso pratiche clientelari e di sottogoverno
che rendono anche le realt� periferiche sempre pi�
tributarie del centro, salvo poche eccezioni, come in
Toscana, dove il terremoto giudiziario di �Mani pulite� fa
meno danni che altrove. Alla fine della propria storia, il
PSI a Firenze esce meglio che da altre situazioni locali ben
pi� compromesse grazie a numerose assoluzioni e tuttavia �i
processi per il fatto stesso di essere stati promossi e di
beneficiare del tambureggiamento ossessivo della stampa e
della radiotelevisione che ne ingigantiva l�eco presso
l�opinione pubblica, avevano disfatto nella considerazione
della gente comune molti partiti e molti personaggi. Tante
carriere furono irrimediabilmente distrutte (p. 183).
Completano il volume numerose utili appendici a partire dai
profili biografici redatti da Donatella Cherubini dei
socialisti parlamentari, sindaci di Firenze, presidenti
della Regione e del Consiglio regionale, presidenti della
provincia di Firenze (Paolo Benelli, Bianca Bianchi, Massimo
Bogianckino, Jaur�s Busoni,, Piero Calamandrei, Antonio
Cariglia, Tristano Codignola, Ottaviano Colzi, Lelio Lagorio,
Mario Leone, Foscolo Lombardi, Attilio Mariotti, Luigi
Mariotti, Giorgio Morales, Riccardo Nencini, Gaetano
Pieraccini, Giovanni Pieraccini, Franco Rav�, Renato Righi,
Valdo Spini, Ferdinando Targetti), una scheda riassuntiva
dei socialisti che hanno ricoperto cariche istituzionali in
Toscana e tre tabelle che riportano i dati elettorali delle
elezioni politiche in Toscana e a Firenze e delle
consultazioni amministrative nel capoluogo.
PRESENTAZIONI
Firenze
3 marzo 2008
Grand'Hotel Baglioni, Salone Michelangelo, promotore
Consiglio regionale della Toscana, gruppo consiliare del
partito socialista,
Tavola rotonda presietuta da Pieraldo Ciucchi con on.
Lelio Lagorio, sen.Ivo Butini, on. Giulio Quercini,
Nicola Cariglia, on. Riccardo Nencini, prof. Luigi
Lotti.
Livorno
13 marzo 2008
Libreria Belforti, promosso dal giornale "Il
Fiammifero" dibattito presieduto da Massimo Bianchi con
Elio Agretti, dott. Guastalla, direttore del "Tirreno"
Bruno Manfellotto, Antonio Costantino, on. Lelio Lagorio.
La Nazione
"Lagorio il sindaco scomodo" (Sandro Rogari)
Rivista Storica Toscana
(editore Olschki), "Il socialismo fiorentino"
(Andrea Becherucci)
Il Giornale della Toscana "Lagorio e il PSI: cos�
influenz� la storia italiana"
Avanti!
"Nel microcosmo fiorentino il PSI ha anticipato le
principali scelte della storia italiana" (Fabio Ranucci)
AdnKronos
"Lagorio testimonia il ruolo decisivo del PSI
fiorentino nella storia italiana"
Apcom
"Socialisti/Lagorio: Tambroni, il PSI garant�
l'ordine a Firenze"
Il Giornale della Toscana
"Lagorio: nessuno pu� cancellare la storia
socialista (Marco Bastiani)
Bullettin de l'AAD
Bruxelles, "Le socialisme florentin"
La Spalletta
"Lagorio scrive sul socialismo"
Il Fiammifero
"Il socialismo fiorentino"
Il Corriere di Firenze
"Socialisti toscani, un'identit� da difendere"
La Nazione
"Gli 80 anni di Lelio Lagorio, il figlio del
"podest� buono"" (Carlo Baroni)
RAI.TG3
Servizio con interviste sul dibattito a Firenze
TeleGranducato
Servizio con interviste sul dibattito a Livorno.
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