a
riforma delle Regioni richiese dieci anni di preparazione, cio�
tutti gli Anni Sessanta. Dal governo Fanfani del 1960 fino ai
governi di centro-sinistra Moro-Nenni della IV legislatura, fu
tutto un susseguirsi di provvedimenti che miravano a creare le
condizioni migliori per l�avvento del regionalismo. Nel 1965 il
governo costitu� in ogni regione geografica un Comitato
regionale per la programmazione economica (CRPE) col compito di
studiare e informare il proprio territorio e predisporre i primi
piani di sviluppo e di assetto territoriale da consegnare al
futuro Ente Regione. Il sindaco di Firenze Lagorio, su proposta
e col particolare sostegno del ministro del Bilancio Giovanni
Pieraccini, venne nominato presidente del CRPE della Toscana e
rimase in carica cinque anni.
Il CRPE non era un organo
burocratico ma una larga assemblea rappresentativa delle
autonomie locali elettive, delle camere di commercio, delle
universit�, dei sindacati e delle maggiori associazioni di
categoria. Attorno ai piani elaborati dal CRPE ci fu una intensa
partecipazione delle molte realt� e dei vari ambienti esistenti
nella regione. Gli studi e i progetti vennero alla fine
consegnati al governo regionale quanto questo venne costituito a
s�guito delle elezioni della tarda primavera 1970.
Grazie anche alla importante
esperienza accumulata col lungo lavoro al CRPE, Lelio Lagorio �
membro della direzione nazionale del PSI, fortemente appoggiato
in sede centrale da Giacomo Mancini allora segretario del
partito � venne eletto presidente della Regione Toscana (luglio
1970) con una giunta di sinistra e rimase in carica
ininterrottamente per pi� di otto anni. Fu l�unico socialista
che allora divenne presidente di regione in Italia.
La costituzione della Regione
Toscana e i suoi primi passi legislativi e operativi avvennero
sotto il suo governo. Si segnal� sul piano nazionale come uno
dei pi� autorevoli esponenti del regionalismo italiano assieme
ai presidenti della Lombardia (il democratico-cristiano Piero
Bassetti) e dell�Emilia-Romagna (il comunista Guido Fanti) coi
quali costitu� di fatto un triumvirato che a lungo ispir� il
movimento delle regioni e che nel 1974 fu invitato in URSS per
un viaggio di informazione. In quella occasione gli esponenti
regionalisti italiani visitarono Mosca, la Lituania e l�Armenia
ed ebbero un colloquio, protrattosi per tutto un giorno al
Cremlino, col presidente del governo sovietico, Kossighin.
Critico severo delle resistenze
del governo centrale allo sviluppo regionale, Lagorio fu per
molti anni voce autorevole e ascoltata dell�autonomismo italiano
nella polemica politica fra i partiti, sui mass media e in seno
alle conferenze fra Stato e regioni. Difese con vigore la scuola
pubblica e in proposito ebbe motivi di contrasto con le autorit�
ecclesiastiche sul tema del finanziamento delle scuole private.
Non esit� a polemizzare pubblicamente sulle colonne del
quotidiano �Paese Sera�, allora diretto da Arrigo Benedetti, col
presidente della Conferenza episcopale italiana che aveva
criticato la Toscana dopo l�infuocato dibattito legato all�iter
di approvazione delle leggi regionali in materia. Il dissenso fu
appianato nella seconda met� degli Anni Settanta quando divenne
arcivescovo di Firenze il cardinale Giovanni Benelli, membro
influentissimo della segreteria di Stato in Vaticano e sul punto
di essere candidato al soglio di Pietro dopo la morte del papa
Giovanni Paolo I. Il cardinale Benelli volle chiudere la
questione e defin� �equa� la legislazione toscana sulla
istruzione.
Lagorio fu anche, per qualche
anno, il coordinatore delle regioni per i problemi
radio-televisivi e per i rapporti con la RAI in un momento in
cui (1975) la RAI veniva riformata, perdeva il carattere di
azienda accentrata e iniziava un rinnovamento di fondo delle
strutture della comunicazione. E� alla met� degli Anni Settanta
che Lagorio viene accreditato come possibile presidente della
RAI e la sua candidatura, sostenuta da ambienti decentralisti,
venne per qualche tempo in ballottaggio con quella prestigiosa e
infine vincente del grande regista Paolo Grassi.
Sempre nella stessa epoca,
quando all�interno dell�URSS e dei paesi satelliti dell�est
europeo si manifest� il movimento culturale e politico del
dissenso anti-sovietico, Lagorio forz� la mano agli alleati
comunisti della sua giunta regionale e pretese che la Toscana
divenisse un chiaro punto di sostegno ai dissidenti dell�Est.
Apr� le porte ai fuorusciti e agli esiliati, rese onori
alla moglie di Sacharov che venne invitata in Toscana, rilanci�
la �Carta 77� dell�opposizione cecoslovacca, riun� a Firenze i
sindaci delle capitali di tutta Europa per sostenere l�Atto
finale di Helsinki, il trattato internazionale che imponeva ai
governi comunisti dell�Est di rispettare i diritti umani.
Nel 1978 fu ospite in USA del
governo americano per una serie di colloqui informativi sulla
situazione italiana e venne invitato dal partito socialista
israeliano ad una lunga visita in Medio Oriente.
Nel 1976, ricorrendo dieci anni
dalla grande alluvione che aveva sommerso Firenze e tanta parte
della Toscana, richiam� l�attenzione del governo nazionale sulla
circostanza che lo Stato aveva decorato soltanto la citt� di
Firenze per il coraggio e l�abnegazione dimostrati nella
tragedia, mentre tanti altri centri, grandi e piccoli, della
Toscana avevano sopportato con eguale forza e dignit� quei gravi
momenti. Come risposta, il presidente della Repubblica Giovanni
Leone
volle personalmente conferire la medaglia d�oro al merito
civile al gonfalone della Toscana intendendo onorare cos�, con
un riconoscimento alla Regione, tutte le autonomie della Toscana
per la fierezza con la quale popolo e istituzioni avevano
affrontato l�avversit�. Il gonfalone toscano, per iniziativa del
presidente della Regione, era stato adottato da pochi mesi con
una delle prime leggi del consiglio regionale della Toscana e la
bandiera che lo riproduce (bianca e rossa col Pegaso al centro)
era stata s�bito donata a tutte le province e a tutti i comuni
della Toscana perch� la esponessero sempre assieme ai propri
stendardi.
Sull�esperienza regionalista ha
pubblicato alcuni saggi: �Una regione da costruire�, �Presidente
in Toscana� e �La regione nella crisi�. |